Nanda Vigo
I progetti di Nanda Vigo (Milano, 1936) nascono dal concetto di cronotopia, secondo il quale la percezione spazio-temporale di uno spazio viene modificata dai movimenti della luce e da superfici riflettenti che creano prospettive illusorie. I suoi mobili specchianti e i suoi oggetti luminosi non sono mai concepiti come autonomi, ma realizzati ad hoc per dettare il carattere di un interno. Dopo il diploma alla scuola d’arte a Milano, gli studi di architettura a Losanna e un periodo a San Francisco, rientra a Milano e collabora con Lucio Fontana, con cui allestisce la Triennale del 1964. Fontana è, con Gio Ponti e Piero Manzoni (di cui diventa la compagna), una figura chiave nella formazione di Vigo. Il suo lavoro raggiunge l’apice nella Milano a cavallo tra gli anni '60 e '70, un periodo in cui architettura e arte stabiliscono rapporti simbiotici e interessanti collaborazioni. Dalle ricerche spaziali di Fontana e Castellani all’arte cinetica, Vigo fa tesoro delle sperimentazioni artistiche puntando nel suo lavoro all’integrazione tra discipline.