30.09.2019

Le storie

Lunga vita al tempo libero

Arriva l’autunno, e con il ritorno ai ritmi della quotidianità, organizzare il tempo al di fuori del lavoro e degli impegni diventa una priorità, paradossalmente quasi un “dovere”: chi di noi non sta pensando o addirittura sta già pianificando una fuga nella natura, la ripresa di un hobby o di uno sport? Momenti di svago oltre le mura domestiche, e non solo: è tempo di rinnovamento e buoni propositi, e la casa è lo spazio ideale per dare sfogo alla creatività e arredare una zona dedicata alle letture, al cinema, al relax... e perché no, al semplice ozio.

Sul tema del tempo libero architetti e progettisti, spesso sollecitati dalle aziende, si cimentano non soltanto progettando oggetti dedicati al gioco, allo sport, all’outdoor e al comfort: a pensarci bene, anche i primi elettrodomestici, nati come oggetti di design d’avanguardia, consentivano di risparmiare tempo da dedicare ad altre attività. Una delle edizioni della Triennale di Milano più spettacolari di sempre, la XIII del '64, si articolava proprio sul tema del tempo libero: non è casuale che questo fenomeno iniziasse a interessare la cultura proprio negli anni '60, nel pieno del boom economico e della diffusione della produzione di massa, con i mutamenti sociali (e progettuali) che ne scaturirono.

La sezione italiana dell’esposizione, coordinata da Umberto Eco e Vittorio Gregotti, era strutturata su allestimenti spettacolari che invitavano a riflessioni profonde sul fil rouge del tempo libero: occuparsi di come organizzare la propria libertà non è a sua volta un condizionamento? L’edilizia prefabbricata destinata alle vacanze, non sfocia in verità nell’alterazione dell’armonia tra uomo e paesaggio? Oppure, il televisore (in mostra era esposto il modello 'Cynius' di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Brionvega), nato come oggetto di svago e divertimento, non è soprattutto una scatola divulgatrice di messaggi industriali?

Tra gli allestimenti più scenografici dell’esposizione si ricorda il labirinto specchiante firmato da Nanda Vigo, Lucio Fontana ed Enrico Baj, che invitava i visitatori a perdersi, a disorientarsi, a riflettere prima di tutto su cosa non sia il tempo libero e sul concetto intrinseco di libertà. C’erano poi le sezioni dei diversi paesi coinvolti, racconti fatti di immagini, opere di artisti e oggetti progettati da illustri designer alle prese con il mondo degli hobby, dei viaggi, dello spettacolo e dello sport: tra i cavalli di battaglia del made in Italy spiccavano la sottilissima poltrona imbottita 'Fourline' di Arflex disegnata da Marco Zanuso, le poltrone in midollino di Bonacina, gli arredi da giardino come la panca-scultura di Roberto Mango, lo spillatore di birra da bar di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Poretti; numerosi gli oggetti in plastica in esposizione, materiale innovativo che irrompeva nel quotidiano in svariate forme, tra cui la sedia impilabile per bambini di Marco Zanuso e Richard Sapper per Kartell.

È curioso notare come certe tendenze presentate da un’esposizione risalente a più di cinquant’anni fa traccino parallelismi con il gusto contemporaneo, con l’esigenza, ad esempio, di coniugare nel mobile l’alta qualità con la leggerezza, o con la necessità di arredi multitasking, adattabili a spazi di dimensioni ridotte. Joe Colombo per esempio, dedicava a uno dei passatempi oggi più amati, il cibo, un mobile cucina curiosissimo e compatto progettato per Boffi. In un parallelepipedo su ruote di appena 75x75x90cm, c’era tutto l’occorrente per gli chef più esigenti: da forno e fornelli a un tagliere che fungeva da coperchio di un frigorifero; non mancavano naturalmente vani e cassettini per posate, piatti e bicchieri.