Fino al 2001 esisteva a Firenze una grande fabbrica dove più di 1400 impiegati lavoravano alla produzione di tabacchi e sigarette, la Manifattura Tabacchi. Oggi questa elegante architettura industriale ha cambiato veste tramutandosi in un centro culturale dedicato alla creatività e al saper fare all'italiana. L’obiettivo del recupero è stato quello di preservare il fascino e il carattere unico della Manifattura, mediante la conservazione delle superfici in stile razionalista, il riutilizzo di elementi di recupero e la configurazione di spazi idonei a ospitare una comunità stabile di creativi e maker contemporanei.
Oggi alcuni degli spazi aperti al pubblico - arredati in stile rigorosomente vintage - contano 4 atelier e 4 laboratori allestiti ad hoc, spazi epositivi, uno spazio eventi multifunzionale, uno co-working, un bistrot, uno spazio degustazione di birra artigianale e un cortile esterno attrezzato con palco per spettacoli, area verde e orto biodinamico. Insomma un luogo dove la creatività fiorentina rivive in chiave contemporanea. Per capire cosa sta dietro a questo progetto di riqualifacazione urbana abbiamo chiesto agli autori un po' di più sul progetto Manifattura Tabacchi.
Firenze è da sempre considerata la città del Rinascimento, sarebbe azzardato dire che il progetto Manifattura Tabacchi rientra in questa tradizione, seppure in termini contemporanei?
C’è una relazione profonda tra il progetto e la città in cui avviene: Firenze è stata la culla del Rinascimento, un luogo di incontro tra artisti, matematici, scrittori e artigiani. Manifattura Tabacchi rientra in questa tradizione, ma al contempo è un progetto di rigenerazione unico nel suo genere perché offre a Firenze l’opportunità di trovare degli spazi che possano accogliere dei contenuti contemporanei.
Perché il recupero di questa struttura è stato consacrato alla creatività? Esiste un dialogo tra la struttura architettonica e quello che avviene al suo interno?
Manifattura Tabacchi, in quanto fabbrica, era un luogo chiuso. Oggi, con il progetto di riqualificazione, apre le sue porte, includendo tutte le funzioni presenti in una città, dalla formazione, alle residenze ai luoghi di lavoro. Ciò che resiste è, però, la tradizione del “fare a mano”, una vocazione storica raccolta da makers e artisti che lavorano negli spazi temporanei messi a disposizione da Manifattura Tabacchi. Firenze è, infatti, un territorio ricco di know-how e Manifattura Tabacchi si pone come un collettore per dare spazio a chi ha delle ambizioni e delle idee. La struttura architettonica di Manifattura Tabacchi si presta perfettamente per le attività che si svolgono al suo interno: c’è tutto ciò che serve alla creatività e alla contemporaneità.
Sembra chiara la volontà di far emergere il “genius loci” di questa architettura: come avete scelto i makers le gallerie rappresentate e gli arredi per i locali della Manifattura Tabacchi?
La selezione ha privilegiato sicuramente il territorio e premiato la volontà di restare a Firenze pur svolgendo la propria attività in un contesto internazionale di relazioni e lavoro. I nostri makers rappresentano quello spirito che si nutre al contempo di tradizione, contemporaneità, internazionalità e sono pronti a condividere e aprire i propri spazi a persone con la volontà di imparare. A livello architettonico, Manifattura Tabacchi si è semplicemente adattata alle esigenze del contesto, ad esempio con l’introduzione della Fabbrica dell’Aria nel B9, gli arredi di recupero e altre modifiche necessarie a rendere quel “genius loci” efficiente.
Arti e mestieri hanno sempre giocato un ruolo fondamentale per la visibilità di Firenze nel mondo. Come vedete l’artigiano del futuro e chi è il suo committente ideale?
L’artigiano del futuro è esattamente chi ci aspettiamo di trovare in Manifattura Tabacchi: capace di valorizzare i contenuti dalla tradizione e, allo stesso tempo, connesso con il mondo e con altre realtà in grado di amalgamare queste esperienze. Non è necessariamente tecnologico, ma capace di proiettare la tradizione in un contesto contemporaneo, innovando, sperimentando e scambiando esperienze con gli altri. Il cliente ideale è una persona con una sensibilità e un’apertura capace di guardare al futuro e vedere Firenze sotto un diverso punto di vista. Questo è l’unico modo per valorizzare veramente le nostre risorse – arte, artigianato e cultura – e sopravvivere alla prova del tempo.