Quando scriveva queste parole, Giorgio de Chirico si riferiva al Palazzetto dei Borgognoni, edificio seicentesco situato al piede della scalinata di Piazza di Spagna sul lato destro. De Chirico vi si era stabilito definitivamente con la moglie, Isabella Pakzswer Far (1909-1990), nel 1948 lavorando e abitando la casa per gli ultimi trent’anni della sua vita. Vivace luogo di incontri e ricevimenti la casa dell’artista era arredata secondo lo stile tipico degli anni ‘50 rivisitato attraverso non pochi accenni al fasto rubensiano del Seicento.
Dal 1998 la casa è diventata il centro pulsante della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e le sue stanze sembrano essere tornate a quel periodo incantato in cui la vita e la carriera dell’artista rendeva questo quartiere situato al centro di Roma e del mondo (secondo la citazione dell'artista), vibrante e interessante. I sontuosi ambienti del piano principale, riflettono gli arredi originali, immergendo il visitatore una visione fastosa con i grandi saloni decorati da un numero di opere preziose, alcune esibite in cornici dorate, altre appoggiate su piani in marmo tra tende damascate color rosso, argenti, putti in legno e poltroncine stile Luigi XVI.
Salendo le scale che conducono al secondo piano si accede alla parte più privata della casa, le stanze da letto e lo studio dell’artista. Quest’ultimo conserva il tratto del Maestro con l’esibizioni di pennelli, colori, cornici, della tavolozza e suo camice adagiato su una delle poltrone in vimini. Ma vi si trovano anche diversi modelli in gesso di statue antiche, gladiatori e cavalli, che sovrastano la biblioteca personale dell’artista e ricordano le sculture istallate come colonne nei suoi paesaggi metafisici.
Una visita merita anche la terrazza (nella foto) da dove de Chirico si affacciava per ammirare lo spettacolo della città Eterna, sua musa prediletta e luogo culminante della sua carriera.