Ci sarà un oggetto generato nel 2020 che cambierà per sempre lo spazio abitativo del futuro? Il secolo scorso ha segnato la creazione di numerosi cult object che diamo ormai per scontati, dimenticando che le loro invenzioni sono state vere e proprie rivoluzioni all'interno del panorama domestico. Questi oggetti riflettono il coraggio di osare dei loro creatori che, forse senza rendersene conto, scrivevano importanti pezzi di storia.
I primi modelli di lavatrice, elettrodomestico che ha nettamente rivoluzionato lo spazio della casa, specialmente negli anni '50 — con le prime lavatrici elettriche—, furono concepiti addirittura già alla fine del XIX secolo in America e in Europa. Tra i nomi degli inventori emerge quello di Thomas Bradford, che nel 1860 aveva inventato una lavatrice sotto forma di “scatola nella scatola” molto simile a quelle odierne.
Struttura in acciaio cromato e seduta in pelle: la chaise longue LC4 progettata da Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret prodotta da Cassina nel 1960 è l’archetipo dell’idea di relax e abbandono (forse è per questo che arreda spesso gli studi di psicoanalisi!). La sua carta vincente? Essere un arredo senza tempo, grazie a una linea semplice ed elegante, che resta al di sopra delle mode.
Ormai ritenuta un oggetto d'arredo a tutti gli effetti, la macchina fotografica istantanea Polaroid è particolarmente ricercata nei modelli vintage best seller come la SX-70 e la OneStep Land degli anni '70, periodo in cui la macchina inventata da Edwin Land raggiunse la massima popolarità, sdoganata anche da artisti del calibro di Andy Warhol, che ne fece ampio uso per la sua produzione artistica.
Un grandissimo classico dell’interior mid-century, la Panton Chair progettata dal designer danese Verner Panton nel 1967 è stata la prima seduta totalmente di plastica, nata da un unico foglio piegato di questo materiale. La plastica, che rende la sedia adatta anche agli ambienti esterni, è nobilitata dalla leggerezza e dalle linee antropomorfe del suo design.
Non poteva mancare all'appello un pezzo della Brionvega, come il radiofonografo RR126 firmato dai Fratelli Castiglioni nel 1965. Innovativo per l’alta definizione del suono che diffondeva e per la possibilità di orientare e spostare le casse nella maniera più idonea agli ambienti circostanti, il radiofonografo è stato recentemente rieditato. La qualità delle prestazioni unita allo stile tipicamente retrò lo ha reso parte delle collezioni di famosi musicisti come David Bowie. Icona del XX secolo esposta al MoMa di New York, nasceva nel 1968 la prima macchina da scrivere portatile in plastica Valentine, progettata da Ettore Sottsass e Perry King per la Olivetti. Di lei, oggi soppiantata dal computer, restano l'oggettiva bellezza e l'eleganza, anche se è ancora in auge tra scrittori e giornalisti che vi si affidano per non perderne l'esperienza sensoriale: il suono dei tasti, il profumo dell'inchiostro, l'eleganza del foglio battuto.
Tra le prime alogene della storia si ricorda la lampada da terra Papillona, opera di Afra e Tobia Scarpa per Flos nel 1975. Il suo stile moderno, ottenuto dal mix tra forme geometriche semplici e qualità della luce, rende questo arredo molto attuale e particolarmente idoneo agli spazi dedicati agli uffici.
La sedia 699 Superleggera di Gio Ponti per Cassina racchiude nel suo nome l’innovazione che nel 1957 rappresentava il suo peso: 1700 grammi. Evoluzione della classica chiavarina ligure, la sedia è stata riprodotta incessantemente fino a oggi, conservando nella sua linea pulita il fascino profondo del connubio tra produzione industriale e dettagli realizzati a mano.
Tra le icone del riposo per eccellenza spicca il letto Nathalie disegnato da Vico Magistretti per Flou nel 1978. Prodotto innovativo perché imbottito, (fino ad allora i letti erano prettamente realizzati in legno o ferro, al massimo esibivano una testata rivestita in capitonné), diventò il best seller del brand con i suoi fiocchi laterali che tengono tesa la morbida imbottitura del testile. Nel 78, sull'onda degli anni della contestazione, il discorso della parità tra i sessi è sdoganato. Le donne lavorano, e Nathalie è un letto che si rifà in un attimo: basta tirare su il piumone.
Un elemento è uno sgabello, due elementi formano un comodino, tre elementi un mobiletto, quattro elementi uno scaffale... è così che gli arredi tradizionali venivano sostituiti dalle potenzialità dei sistemi modulari: stiamo parlando dei divertenti componibili in plastica della Kartell, lanciati sulla scena nel 1967 dal fondatore del marchio Giulio Castelli con la moglie Anna Castelli Ferrieri. Super gettonate le coloratissime versioni vintage.