11.03.2021

Le storie

L'arte di separare

Pieghevole e versatile, il paravento vintage esce allo scoperto per esibirsi negli interni contemporanei con le sue qualità decorative, proprio come usava nell'antica Cina, quando era considerato quasi un dipinto; e poi c'è la sua pratica funzione di separé, che delimita gli spazi senza imporre confini troppo netti.

photo by Stephan Julliard

Perché un paravento vintage può diventare una soluzione innovativa per la spartizione degli spazi? Che si tratti di creare un angolo dedicato al relax, o di marcare la divisione tra la zona living e la sala da pranzo senza stravolgere troppo l'ambiente da un punto di vista strutturale, un “room divider” dal sapore unico, inimitabile, imprime certamente la sua identità e la sua storia sull'atmosfera esistente, rinnovandone la percezione.

L'attitudine che porta ad arredare in maniera sempre più fluida i nostri spazi, affinché essi possano adattarsi a diverse situazioni, generi di arredamento e cambiamenti del décor nel tempo, è la condizione ideale per il paravento che, con la sua ingegnosa qualità di essere pieghevole, esula dallo stato di puro “schermo”, di oggetto utilizzato per celare qualcosa (come la sua etimologia suggerisce): esso resta una buona soluzione per nascondere con eleganza piccoli angoli che non desideriamo svelare, ma si fa strada nello spazio della casa per mostrarsi nella sua interezza, delimitando con eleganza non invasiva un cambio di situazione, spesso imponendo un accento decorativo marcato sull’interior design, quando viene utilizzato per esempio come background decorativo, collocato dietro a un divano, al posto di una tappezzeria o di una carta da parati. 

Chi ama il vintage trova nel repertorio del '900 innumerevoli generi di paravento compatibili con lo spirito attuale: tra quelli d'autore più divertenti spiccano quelli decorati dalle litografie di Piero Fornasetti, noto per i suoi pezzi stravaganti e talvolta surrealisti, inclusi i suoi inconfondibili paraventi. Tra mercatini e luoghi sacri del vintage, come l'ultima edizione del Mercanteinfiera, abbiamo notato che a riscuotere gran successo sono stati quelli in bambù e vimini: snelli e leggeri, da abbinare alle carte da parati dai soggetti esotici e agli arredi rivestiti di morbidi velluti dai colori vibranti, o facilmente collocabili in terrazza e in giardino. Altri paraventi vintage si presentano rivestiti di tessuto, e se i danni del tempo sulla stoffa sono molto visibili, ci si può sbizzarrire con l’upcycling, mettendoci alla ricerca di tessuti vintage in buono stato, o più contemporanei, per donare al nostro paravento un nuovo rivestimento. Per chi predilige un impatto lussuoso, gli anni '30 forniscono un vasto repertorio di preziosi paraventi in stile Art Déco, come quelli in cui l'abbinamento dell'oro e della lacca scura dà vita a scene esotiche che evocano l'Oriente.

Chi ha un debole per i colori vibranti e per i mobili laccati, trova nel mercato vintage una vasta gamma di paraventi cinesi o europei laccati a cineseria. Perché la storia del paravento parte proprio dall'antica Cina, dove questo arredo era in voga già a partire dal primo secolo dopo Cristo, e fungeva da vero e proprio pannello decorativo: una sorta di dipinto itinerante che raffigurava generalmente scene romantiche tratte dalla letteratura cinese. Già in epoche antichissime i paraventi cinesi esibivano la tecnica della laccatura, diventata poi di gran moda in Europa nel '700 quando i paraventi iniziavano a essere importati dalla Cina, specialmente in Francia, dove divennero uno degli oggetti del desiderio più di moda. Quando si sentono nominare i Coromandel (che traggono il nome dalla costa indiana che nel '600 faceva da ponte tra Cina ed Europa per la loro esportazione), si tratta dei paraventi cinesi laccati che approdarono in Europa alla fine del '600, decorati con eleganti scene floreali e animali, e intarsiati con madreperla, avorio o pietre preziose.

Tra i più entusiasti esperti di Coromandel spicca Coco Chanel: i paraventi furono i primi pezzi che la stilista acquistò quando cominciò a collezionare oggetti. Ne possedeva addirittura 32, 8 dei quali arredavano il suo leggendario appartamento parigino, al 31 di Rue Cambon. Mademoiselle fu pioniera della decontestualizzazione di questo tipo di arredo, rivestendo con i suoi pannelli intere pareti, come se si trattasse di carta da parati. 

Semplice o elaborato, un paravento può definire magistralmente uno spazio abitativo, indipendentemente dal fatto che la casa abbia una pianta open space o meno. Uno dei nostri paraventi preferiti del '900 è un capolavoro che ha catapultato la tecnica delle lacche cinesi nella modernità: è il Brick Screen progettato dalla designer irlandese Eileen Gray (1879 – 1976) tra il 1925 e il '29. Composto da elementi rettangolari laccati, alcuni fissi e alcuni mobili e girevoli, e tutti meticolosamente laccati a mano, è un capolavoro di savoir faire combinato a un design intramontabile: un esempio aulico della possibilità di disegnare gli spazi attraverso un paravento, che in questo caso può essere addirittura confuso con una scultura.

I modi per separare e definire gli ambienti sono molteplici… anche le librerie vintage senza schienale sono elementi versatili, che possono formare suggestive e leggere pareti divisorie....non perdetevele, saranno le protagoniste di uno dei prossimi appuntamenti di intOndo!