Design project by Colombe Design Studio, Warsaw
Un recente sondaggio del Financial Times fa emergere come negli ultimi cinque anni nuove priorità rivisitino la concezione del comfort. In un momento storico particolare, in cui il progresso tecnologico, la diffusione di tante app e di personal assistants coincidono con uno stile di vita inevitabilmente più sedentario o un lavoro da remoto, al primo posto tra i requisiti del “new comfort” c'è la possibilità di poter godere di spazi all'aperto, e trascorrervi una consistente quantità di tempo.
Il sondaggio rivela la tendenza dei consumatori a spostare le priorità di spesa verso l'essenziale. E all'interno di questo fantomatico “essenziale” spiccano il fai-da-te, gli articoli per il giardinaggio e per la casa. In altre parole, comfort non fa per forza rima con lusso, o quantomeno il lusso sta nel vivere situazioni di (apparente) minor comfort: attività all'aria aperta, di upcycling o bricolage, che tengano attivi il fisico e spingano la mente alla fantasia, alla personalizzazione degli spazi in cui ci muoviamo. Una spinta vitale, insomma.
E nella casa, come cambia il significato di comfort? Se la priorità è il contatto con la natura, parallelamente si avrà il desiderio di rendere anche la casa, nostro luogo di ritorno, un nido accogliente e attrezzato con ciò che ci fa stare bene. Questo significa da una parte l'utilizzo della smart tech, e dall'altra il sentirci partecipanti attivi alla sostenibilità, ad esempio mantenendo la temperatura del riscaldamento non troppo elevata, cercando di limitare lo spreco dell' acqua, o arredando l'ambiente con pezzi vintage unici, che sostengono l'economia circolare. A questo punto entrano in gioco i colori, i tessuti, i ricordi, le fotografie o le opere d'arte che hanno un significato profondo, ma prima di tutto per noi. La parola chiave è personalizzare con oggetti e texture che stimolino la sensorialità.
Perché in fondo, a prescindere da epoche e stili di vita, tornare a casa dopo una lunga giornata e sprofondare nella nostra poltrona preferita resta impagabile! Nell’era vittoriana il non plus ultra della comodità era conversare su enormi divani capitonnè — come il leggendario Chesterfield che arredava i gentlemen’s club — davanti al caminetto acceso, riscaldati da tappezzerie e tessuti consistenti di tappeti e tendaggi; durante i ruggenti anni ‘20 inizia ad affermarsi l'importanza della buona illuminazione attraverso candelabri, lampadari, elementi d'oro e specchi, attitudine che gli architetti modernisti cercheranno di ribaltare, prediligendo invece la luce naturale come fonte di illuminazione più rilassante. Dagli anni ‘40, negli Stati Uniti il comfort inizia a combaciare con l'arrivo dei primi elettrodomestici, fenomeno che in Italia esplode negli anni ‘50, incentivando i migliori brand del design made in Italy, da Brionvega a Olivetti, a produrre elettrodomestici di alta qualità, richiestissimi in tutto il mondo.
Negli anni '50 e '60, anni d'oro per il design del '900 — segnati dall’incremento della produzione di arredi in serie —, si delinea l'idea di un comfort informale e rilassato, tipico dei mobili che ci aspettiamo di ritrovare nella casa contemporanea, arredi che implicano una postura sempre rilassata, e al contempo salutare: dal comodo set di poltrona e divano Lady di Marco Zanuso progettata nel 1951 per Arflex, fino alle forme insolite e accoglienti della serie Up di Gaetano Pesce; dalle sedute fascianti della serie Swan di Arne Jacobsen fino al morbido divano Maralunga di Vico Magistretti per Cassina, a cui potremmo aggiungere decine di altre icone del comfort.
In ogni caso, gli interior designers ci ricordano che il comfort è da inseguire prima di tutto nella fase di progettazione di un interno; in altre parole, l’ergonomia è da ricercare, oltre che nei singoli arredi, nella totalità di una stanza. Il consiglio? Valutare bene le nostre esigenze personali e come siamo soliti muoverci nel nostro spazio: ad esempio, forse non saremo a nostro agio se tra un divano e un tavolino non esiste lo spazio per distendere le gambe, o se viceversa dobbiamo allungarci troppo per appoggiare comodamente sul tavolino una bibita o una rivista. Alcuni aspetti, come una televisione installata troppo in alto o in un angolo che ci costringe a girarci in maniera innaturale per guardarla, dovrebbero essere considerati sin dall’origine del progetto: se potete, fate tante prove!