01.04.2021

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Casa Balla: una ricostruzione futurista dell’universo

Da non perdere a partire dal 26 maggio l’apertura della casa romana di Giacomo Balla (1871-1958), un museo, o meglio un laboratorio d’artista concepito per essere l’archetipo della nuova dimensione futurista. Dagli arredi, ai vestiti, passando per le decorazioni murarie, le luci e i tappeti, questa abitazione è un’opera d’arte totalizzante firmata da Giacomo, Luce ed Elica Balla.

Si tratta di fare un tuffo in una tela, in una scultura, in un intreccio di stoffa o in un mobile scolpito a colori, visitare Casa Balla è come immergersi nella materia futurista. In concomitanza con l’apertura della mostra Casa Balla promossa dal Museo MAXXI di Roma e curata da da Bartolomeo Pietromarchi, direttore del museo, insieme a Domitilla Dardi, apre dal 26 maggio nel quartiere di Prati l’abitazione del grande maestro Giacomo Balla a via Oslavia 39.

La casa è l'espressione vivente dello slancio futurista verso la libertà: svincolate da ogni tradizione passata queste stanze presentano un universo colorato, luminoso e allegro. Ogni elemento dell’ambiente domestico, rigorosamente plasmato da Balla con l’aiuto delle figlie Luce ed Elica, diventa occasione di abbellimento, di sperimentazione coloristica e tecnica. I Balla disegnano stoffe, cuciono vestiti, progettano lampadari - che oggi sembrano più contemporanei che mai - e ovviamente continuano a dipingere le loro tele, come anche ogni singolo lembo di parete della casa. Tutto assume una nuova ragion d’essere, quella di una dimensione futura, un microcosmo futurista.

Aiutato con premura e devozione dalle due figlie che vissero a via Oslavia fino agli anni ‘90, Balla fu capace di mettere in atto nel suo ambiente più familiare e intimo quello che con Fortunato Depero (1892-1960) aveva scritto nel manifesto del marzo 1915 Ricostruzione Futurista dell’universo. Come in una vera fucina Giacomo Balla disegnava, ideava, progettava una nuova dimensione che riflettesse le infinite possibilità offerte dal nuovo secolo.

Ogni materiale, da quello più comune a quello di recupero, era per i Balla uno strumento creativo su cui dipingere, scrivere, ritagliare e proiettare la visione dell’universo moderno, un mondo evolutosi per mano di un unico protagonista, il suo l’autore. Ancora oggi si trovano infatti a Casa Balla molti degli oggetti firmati FurturBalla, Balla, Luce Balla e Elica Balla.

Ma più che un’opera a sé la casa va letta come manifestazione del messaggio lanciato dal movimento futurista nei primi decenni del Novecento. Con questa sua personalissima opera, ma anche nell’ambito più specifico della sua pittura, o in quello della decorazione d'interni, Balla invita il visitatore ad intraprendere un nuovo percorso di progettazione slegato da ogni ruolo canonico o formale.

Sappiamo bene che il Design negli anni del primo dopoguerra in Italia prese tutt’altra rotta, seguendo i modelli nord europei e la ricerca razionalista, ma negli anni ’80 del ‘900 architetti e artisti come Sottsass, e il gruppo Memphis raccolsero in qualche maniera la sfida lanciata da Balla e, in senso più ampio, dal movimento futurista, creando un gusto decorativo più libero e anticonvenzionale.

La riapertura al pubblico di Casa Balla è dunque oggi particolarmente rilevante, perché ci proietta in un futuro immaginato quasi 100 anni fa e che finisce per non essere poi così lontano dal gusto contemporaneo. Inoltre ci permette di ricostruire in maniera non banale alcuni dei passaggi cruciali della storia del design italiano.