09.06.2021

Le storie

Tesori vintage made in Cantù: Spartaco Brugnoli e De Baggis

Tra le aree italiane che da oltre un secolo tramandano la tradizione mobiliera, la Brianza, con la città di Cantù in testa, continua a essere uno dei fulcri della progettazione che rende noto il design made in Italy nel mondo. Su intOndo puoi trovare mobili vintage creati da marchi provenienti da questa zona. Ecco una breve storia di due realtà canturine molto amate dal collezionismo.

Senza Cantù e la Brianza, il design del mobile italiano sarebbe privo di un tassello fondamentale, di una storia che parte dalla metà del XIX secolo e che si snoda attraverso le vicende di grandi e piccole ditte: brand che hanno sdoganato il connubio tra artigianato e design industriale, confrontandosi con i trend di ogni epoca senza rinunciare alla tradizione. Nota come “la Città del mobile”, Cantù è stata la sede della grande esposizione Selettiva del Mobile dal '55 al '75, un concorso internazionale rivolto ad architetti e designer di tutto il mondo, con l’obiettivo di rinnovare la produzione mobiliera, fino ad allora rimasta legata a un gusto più classico. Tuttora sede di aziende leader del design, Cantù è anche il cuore di prestigiosi musei come quello del Design e dell'Arredamento - Collezione Bruno Munari, situato al 12 di Via Borgognone, e del Museo del Legno di Riva 1920, in via Milano 110.

Riscopriamo due eccellenze dell’artigianato mobiliero canturino, la Spartaco Brugnoli e la De Baggis, accendendo i riflettori sui grandi nomi del made in Italy non più attivi (la Brugnoli ha cessato la sua attività nel 2003, la De Baggis nel 2008), ma presenti nel mercato vintage con la loro firma, spesso legata alle collaborazioni con grandi maestri durante la metà del 900, da Ico Parisi a Gio Ponti. Proprio Ponti, nel 1946 scriveva sulla rivista Stile, in merito alle ditte canturine che più amava, che «il lavoro di queste plaghe artigiane che hanno una tradizione di grande qualità esecutiva va rispettato e risolto in pezzi per l’esportazione».

A fondare la Brugnoli è Gianpaolo detto “Spartaco” Brugnoli, nel 1949. La ditta è all’apice del successo quando nel '60, Ico Parisi, che collabora con la ditta dagli anni '40 per i suoi pezzi più fantasiosi, si trova a progettare la sede di Cassina a Roma. Per l’occasione, Parisi affida a Spartaco Brugnoli la realizzazione di una scala dai gradini sfalsati e sospesi in palissandro, insieme alla produzione di un letto matrimoniale in legno e ottone bronzato corredato da comodini, esposti nello spazio: il letto, chiamato Parisi 1, e tutto il set da camera da letto, potrebbe essere inteso come un prodotto-simbolo della sinergia che nella storia del mobile viene a crearsi tra l’eccellenza delle materie prime, la produzione artigianale, le grandi produzioni industriali e i progettisti. Negli anni '50, la Spartaco Brugnoli viene scelta anche da Gio Ponti per la realizzazione di pareti attrezzate, un marchio fabbrica del designer, costituite da un elegante pannello che ingloba, oltre alla radio a incasso, ripiani per libri e interruttori per le luci.

Nel 1929 Angelo De Baggis, uno dei principali fondatori del Salone del Mobile di Milano nel 1961, nonché presidente per oltre 20 anni della manifestazione, fonda a Cantù il primo stabilimento dell’omonimo marchio. Da piccola ebanisteria, negli anni '30 De Baggis cresce esponenzialmente, esportando il proprio nome nel mondo grazie ai suoi esperti falegnami, che realizzano oggetti d’arredo curatissimi: nessun mobile De Baggis è prodotto senza l’intervento manuale di un artigiano. Anche quando, nel '58, lo stabilimento cambia sede evolvendo in un impianto più tecnologico, il savoir faire dei maestri ebanisti della ditta resta al centro delle fasi più importanti della produzione come l’assemblaggio, nonostante l’introduzione di tecnologie industriali d’avanguardia.

Questo breve racconto rientra nelle storie di intOndo dedicate ai grandi marchi del design estinti, che durante il '900 hanno contribuito non soltanto all’affermazione del made in Italy nel mondo, ma alla costruzione di una forte identità territoriale, in questo caso ancora viva e fiorente nella Brianza. Non perdete il prossimo appuntamento con i tesori del vintage da riscoprire!