data e location: 3 febbraio - 20 giugno, 2021, Museo Macro, Roma
Per la più giovane del gruppo Memphis, arte e il design confluiscono in una polifonia di associazioni e accostamenti che ridisegnano il rapporto tra le cose. Davvero tutto: le uscite di sicurezza, le cabine tecniche, i pilastri – insomma tutti quegli elementi che di solito disturbano profondamente i progettisti – divengono al contrario felicissime occasioni per impaginare il mondo di Du Pasquier.
Come afferma il curatore della mostra Luca Lo Pinto, "Campo di Marte è uno spazio immaginario dove la realtà è guidata dalla fantasia. Qui le singole opere per un momento abbandonano la loro identità specifica e diventano materia prima per una coreografia in cui si prestano ad associazioni e accostamenti continui”.
Vasi disegnati per Bitossi, i quadri a olio che hanno gli oggetti come soggetto, i disegni che entrano nei demoni interiori, le piastrelle per Mutina o le sculture astratte di legno che escono dal piano bidimensionale delle pareti per giocare con lo spazio attraverso le ombre, sono un orchestra che suona al ritmo di Memphis, una sinfonia silenziosa.
Dentro questa retrospettiva si legge la trama di una vita intera, con una formazione da autodidatta, libera dai vincoli dell’accademia, fatta attraverso i viaggi e gli incontri. Come quello con Ettore Sottsass e il gruppo Memphis di cui sarà la più giovane tra i fondatori nel 1981 e che seguirà fino al suo scioglimento ufficiale nel 1986.