Sdoganata nell'età barocca, epoca in cui le stanze affiancavano al canonico lampadario con le candele, punti luce che illuminavano anche le pareti, la lampada da muro che ne è nata evolvendosi nei secoli, meglio nota come applique — per gli inglesi, sconce —, è uno degli oggetti di design più bramati tra gli appassionati e i collezionisti di pezzi vintage: in particolare, nel momento in cui si appresta ad arredare una casa nuova, il cool hunter DOC solitamente non rinuncia a una lampada del '900, specie se si tratta di una coppia di applique in buono stato.
Adatta a chi desidera ottimizzare gli spazi, un’applique conferisce carattere alla parete e all'ambiente che illumina mantenendo un ruolo altamente funzionale, sia che si tratti di un angolo lettura, magari collocata accanto al letto e con bracci snodabili che ne orientano la luce, sia per illuminare una zona specifica del salotto; l'applique è inoltre una soluzione preziosa per le zone di disimpegno o di servizio che potrebbero presentarsi più buie rispetto al resto della casa, come i corridoi (in foto quello del Grand Budapest Hotel di Wes Anderson), dove le lampade da parete si prestano alla valorizzazione di quadri e fotografie.
Insomma, se ben collocata, l’applique vintage non trasmetterà mai l'idea di un décor troppo improvvisato o fai da te, proprio perché la sua posizione e collegamento all’elettricità implicano precisione. Allo stesso tempo, lo sconce appartenente a epoche passate diventa la ciliegina sulla torta di uno spazio in cui la presenza del vintage è sinonimo di personalità senza rischiare di cadere nel didascalico, proprio perchè esistono applique vintage di ogni foggia, e per tutti gusti.
Dalle strutture più o meno pregiate fino ai preziosi diffusori in vetro firmati dalle grandi vetrerie muranesi, passando per le illuminazioni sospese tra design e arte che, sottoforma di sculture da parete creano effetti ottici inediti, è durante il '900, secolo ricchissimo e variegato in cui i maestri del design del mondo si sono cimentati come mai prima con l’importanza della funzionalità, che l'applique raggiunge alti livelli di qualità, sia dal punto di vista stilistico che di innovazione tecnologica.
Ultimamente, tra i mercatini del vintage e le vendite all'incanto, a fare la parte del leone sono proprio le lampade da parete, anche quelle totalmente anonime ma conservate in buono stato, fino ad arrivare agli esemplari più pregiati del made in Italy, generalmente realizzati per grandi brand dell'illuminazione, tra cui ad esempio Arteluce, Artemide o Fontana Arte. Nella vasta carrellata delle firme italiane che hanno fatto della lampada d'avanguardia il proprio marchio inconfondibile, si denota un interesse rinnovato per le applique progettate da Carlo Scarpa, Vittorio Gregotti, Lodovico Meneghetti, Giorgio Stoppino e Gino Sarfatti. Tra i nomi da tenere d'occhio e riscoperti dell'ultima stagione spicca Sergio Asti, mentre restano classici intramontabili le creazioni di Max Ingrand in ottone e cristallo.
E a proposito dei materiali più amati nella caccia all'applique vintage, dato utile se volessimo lanciarci in un regalo per gli amici amanti delle tendenze dell'interior, la direzione del gusto sembra prediligere l'ottone, materiale spesso emblematico di quel particolare stile industriale che nella metà del secolo scorso ha contraddistinto le lampade di Oscar Torlasco a Sergio Mazza, e oggi richiesto specialmente nel suo abbinamento al vetro opalino o satinato, che trovava una delle sue espressioni più convincenti nelle creazioni della metà del '900 lanciate da Stilnovo.