23.12.2021

Consigli e tendenze

Quell'atmosfera un po' Bloomsbury

A distanza di un secolo dalla fama del circolo di intellettuali più noto di Londra, la forza estetica del Bloomsbury Group non è mai stata più attuale.

Fateci caso: curiosando su Instagram tra le immagini di siti di arredamento, cool hunter, interior designer e decoratori, non possiamo fare a meno di notare case dall’effetto cosy e ricche di motivi e accostamenti cromatici dal gusto tipicamente inglese. Un effetto sobrio ma leggero e inevitabilmente elegante, in cui la parte del leone la fanno sempre gli oggetti intrisi di storie, scelti per i ricordi e le sensazioni che comunicano al padrone di casa: un vaso acquistato durante un viaggio importante, un tappeto dall’aspetto vissuto, decorazioni dipinte ad hoc da un amico pittore…

Perché, a un secolo dal suo apice, questa sorta di estetica Bloomsbury, dove l’effetto narrativo della casa vince su tutto, è oggi più rilevante che mai? Eccoci nella biblioteca di Charleston (in foto), la casa di campagna dell'East Sussex di Vanessa Bell e Duncan Grant, che divenne il fulcro del Bloomsbury Group negli anni '10 e '20, il circolo di artisti, scrittori e intellettuali con sede nel centro di Londra, che includeva Virginia Woolf, EM Forster, John Maynard Keynes. C’è una sorta di atemporalità, quasi una sensazione di anonimità, proprio perché ogni pezzo rappresenta qualcosa in primis per chi abita questa stanza. Eppure resta quell’effetto di originalità e personalizzazione del tutto effortless (per dirla all'inglese), che trova sui social media odierni sempre più  successo.

Radicale e lungimirante, il Bloomsbury Group era molto ben informato e supportante dei principi Arts and Crafts fondati da William Morris, il cui motto era molto semplice: circondarsi di oggetti belli, di ottima manifattura, che fossero però anche funzionali, e dunque utilizzabili nella vita di tutti i giorni. E indubbiamente il gusto contemporaneo si sta sempre più affezionando all’idea di prestare maggiore attenzione al modo in cui consumiamo, ritornando a valorizzare gli oggetti funzionali vintage, isieme a ciò che già esiste nei nostri spazi.

I principi del Bloomsbury Group applicati al mondo dell’arredamento trovarono espressione nella produzione degli Omega Workshops, lo studio di design al 33 di Fitzroy Square a Londra, fondato nel 1913 da un membro del gruppo, l’artista e critico d’arte Roger Fry. Introduttore della pittura post impressionista e cubista a Londra, Fry traduceva l’ispirazione scaturita dagli scenari di Matisse, Picasso e Braque, solo per citare alcuni degli artisti d’avanguardia del tempo, in una sensibilità giocosa applicata a mobili e tessuti. Dagli Omega Workshop (che chiusero l’attività per motivi finanziari nel 1919) nacque la produzione di oggetti iconici, sovente affidata ad artisti d’avanguardia in residenza, raccolti in un rarissimo catalogo del 1914: le ceramiche, gli arredi in legno dipinti a mano conmotivi naturalistici stilizzati, tende, rivestimenti e pannelli stampati a motivi che reinterpreano in chiave arredativa le avanguardie artistiche.

Per farsi un’idea del gusto amato dal Bloomsbury Group, si può curiosare tra gli archivi del Victoria and Albert Museum di Londra, mentre per qualche ispirazione proveniente dal grande schermo, Vita & Virginia è il lungometraggio del 2018 con protagonista Gemma Arterton, basato sul rapporto tra Virginia Woolf e la poetessa, scrittrice e progettista di giardini Vita Sackville-West.