Eleganza e leggerezza, semplicità e personalità identificano il mobile firmato Home, ditta di arredi prodotti in scala industriale che fu attiva a Torino tra gli anni '50 e '60. Osservando lo stesso logo del marchio, vengono subito alla luce questi aspetti. Se nei vostri peregrinaggi vintage avete notato uno specchio di forma ovale in legno di teak curvato, o siete stati particolarmente tentati da un tavolino somigliante a una panca con le estremità che curvano verso l’alto, se avete rimarcato la stessa curvatura negli scaffali di alcune librerie dell’epoca, è probabile che vi siate imbattuti in un mobile firmato da Franco Campo e Carlo Graffi, che della Home sono stati i fondatori, nel 1956.
Da questo marchio è nato un vasto campionario di arredi, dai più piccoli come i portariviste e i tavolini da salotto alle sedute realizzato in tondino di ferro laccato e legno di teak, dalle credenze dotate di pratiche ante scorrevoli, fino ai sistemi più complessi di mobili trasformabili e versatili.
"Design democratico" è una delle definizioni che spesso vengono accostate al lavoro di questo interessante duo torinese, proprio perché, dopo la fondazione dell’atelier di mobili Home, Campo e Graffi hanno voluto sottolineare che il loro tentativo era quello di rendere il design accessibile a tutti, un’intenzione che trovava ragione di essere anche sull’onda dei successi e dell’entusiasmo che proprio in quegli anni iniziava a riscuotere in Italia l’arrivo del design scandinavo.
Lo stile di Campo e Graffi è ben sintetizzato dalle immagini d’archivio disponibili online, e in particolare le foto relative allo stand di Home all'interno del secondo Salone del Mobile Italiano, che metteva in evidenza la produzione di specchi, panche e sedute dal design rigoroso, principalmente articolati sulla combinazione di teak e metallo nero. Un catalogo di pezzi che da subito riscossero un notevole successo, e vennero recensiti su importanti riviste del settore dell'epoca.
Si potrebbe dire che lo stile così elegantemente essenziale dei mobili che portano la firma di Campo e Graffi si ispiri alla città natale del duo, Torino, ma sarebbe tuttavia una catalogazione riduttiva: è infatti curioso scoprire l’altro volto delle creazioni firmate Campo e Graffi, quelle che risultano più vicine all’impronta “molliniana”, e che esibiscono dunque linee flessuose vicine allo spirito del design organico, che, con la sua forte personalità, torna a essere un cavallo di battaglia dell’arredamento vintage. Il nesso con il designer Carlo Mollino, altro torinese dalle mille sfaccettature, è infatti molto rilevante per contestualizzare l’opera poliedrica del nostro duo…
Franco Campo (Torino, 1926) e Carlo Graffi (Torino, 1925 - 1985), si conoscono da studenti universitari al Politecnico di Torino, ed entrambi studiano ingegneria e architettura proprio sotto Carlo Mollino. In seguito alla laurea nel 1950, continuato a collaborare con il loro professore venendo da egli coinvolti in progetti di architettura e design. Nei primi lavori di Campo e Graffi, l'influenza di Mollino è davvero evidente, attraverso l’uso di curve supine e materiali organici che si rispecchiano ad esempio in pezzi iconici di Campo e Graffi come il Tavolo Millepiedi, in cui il top in vetro è supportato dalla struttura flessuosa in legno.
Tra i progetti e le collaborazioni del duo a fianco di Mollino si ricorda l’allestimento degli interni del padiglione alla Fiera Campionaria del 1954 dell’ENI di Enrico Mattei: un intrigante ambiente, simile a un collage colorato con spazi illusori abbinati a piani di netta bidimensionalità, in cui i tre architetti collaborarono con il famoso grafico Max Huber, che in quegli anni si occupava della grafica di quasi tutte le aziende più prestigiose.
Gli anni ’50 sono i più poliedrici, quelli in cui il duo avvia la progettazione di interni e mobili su misura, con conseguenti collaborazioni con decoratori, negozi e clienti privati. I loro mobili diventano più rigidi e scultorei, enfatizzando gli incastri e la costruzione delle forme, ma non perderanno l’originalità e l’attenzione al dettaglio della scuola molliniana. Nel tentativo di rendere disponibile a tutti un buon design, Campo e Graffi si focalizzeranno sui mobili in teak, e sui design importati dalla Scandinavia, rendendo Home un'impresa di successo, con sedi e prestigiosi negozi aperti tra Roma, Torino e Genova.
Tragicamente, un incendio ha completamente distrutto la fabbrica nel 1964, ponendo fine sia a Home che alla collaborazione tra Campo e Graffi. Dopo la separazione, Graffi ha continuato a lavorare con Carlo Mollino e Campo ha continuato a progettare mobili e interni. Sebbene il loro periodo di collaborazione sia stato alquanto breve, i progetti della Home hanno conquistato il loro posto nella storia del design made in Italy, risultando oggi molto apprezzati dal mercato vintage internazionale, che ritrova in essi l’esempio di un incontro fertile tra menti aperte alla sperimentazione.