Già da ben prima del 1789, la popolazione francese subiva gli effetti della carestia, della miseria e dei soprusi perpetuati dai ricchi nobili. Il malcontento dilagava e la situazione era destinata a diventare esplosiva quando finalmente il 14 luglio 1789 a Parigi una folla inferocita sciama tra le strade, assale la fortezza della Bastiglia per cercare polvere da sparo e la conquista. Spinta dalla povertà, dalla fame e dalla volontà di opporsi all’antico ordine che li voleva sottomessi e senza diritti, i cittadini si ribellano ad un regime che aveva dato forma alla Francia e ai grandi Stati d’Europa per secoli, fondato sull’importanza del singolo regnante e sull’esaltazione del potere monarchico, affiancato ovviamente a quello ecclesiastico.
“Liberté, Égalité, Fraternité”: questi gli ideali dei rivoltosi francesi fondati su concetti democratici e paritari, ormai completamente lontani da quella mentalità che vedeva il re come unica personalità in grado di dettar legge. L’importanza data al re e alla sua figura si mantenne per altri 150 anni circa, ed era tale che oggi col nome del monarca si indica non solo il periodo di reggenza, ma anche lo stile dettato dal gusto personale del re e dalla disponibilità delle casse del regno. L’apice si raggiunse in pieno Barocco con Luigi XIV (1661-1700), il Re Sole dello sfarzo senza limiti, passato alla storia anche per aver fatto costruire il Palazzo di Versailles a testimonianza della sua propensione per l’ostentazione.
Una volta terminato il lunghissimo regno di Luigi XIV (72 anni), in Francia si inaugurò una stagione di relativa sobrietà rispetto allo sfarzo precedente con lo stile Régence, tra il 1700 ed il 1730, ovvero durante la reggenza del duca Filippo II di Borbone-Orléans, nipote di Luigi XIV, reggente dell'allora minorenne Luigi XV. In questo periodo, la Francia cercava di risollevare le proprie sorti e di distaccarsi dal lusso sfrenato del periodo Barocco: fu una sorta di periodo di transizione tra la soffocante opulenza del Barocco e la sfarzosa delicatezza del Rococò. Qualche tocco dorato, un mobile scuro intagliato ed è subito effetto Barocco! Può essere di grande effetto ma per smorzare, puntate sui colori chiari che alleggeriscono e creano coerenza nell’ambiente.
Inizia a diffondersi nel ‘700 anche l’influenza orientale: si intensificano i contatti col Giappone che si svilupperanno nel corso dell’800 e ‘900, anche se già dal ‘700 il mondo subiva la fascinazione dello stile orientale, caratterizzato da ricchi intarsi e decorazioni bidimensionali. Forte influenza inizia ad esercitarla anche lo stile neoclassico che diffonde grazie alle scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano a partire dal 1748 e destinato a svilupparsi maggiormente nei decenni successivi. Per un tocco settecentesco potete partire anche da questi temi: le superfici scure laccate rimandano subito ai mobili giapponesi, così come il marmo fa subito pensare alla classicità greca e romana.
Salito al potere Luigi XV (1730-1760), il Rococò si sviluppa pienamente nelle arti, compresa la produzione di mobili: sono caratterizzati da forme curve e sfuggenti, leggerezza, comodità e asimmetria; sostituiscono i mobili più formali, squadrati e massicci del Barocco. Si fa un largo uso dell'intarsio, con legni esotici di diversi colori, avorio e madreperla. Anche i tessuti sono caratteristici: stampe floreali e delicate ma con trame fitte e affollate, tendenzialmente in broccato o velluto. Un corrispettivo moderno del Rococò può essere considerato lo stile Hollywood Regency, o alcuni aspetti del Decò: superfici dorate lucide e curve, colori accesi, stampe floreali e un’atmosfera generale di delicato lusso.
Con Luigi XVI (1760-1789) si entra pienamente nel periodo Neoclassico: si assiste a un ritorno alle linee rette, alle superfici piane e agli angoli retti. Le modanature diventano più sottili ed eleganti e sono tipici i motivi classici, come vasi e urne, le frecce, l'acanto, l'alloro e le cornucopie. Prevalenti anche i motivi architettonici, come le scanalature e le colonne, nonché volti umani. I legni sono scuri come noce e mogano, per creare contrasto coi marmi candidi di ispirazione classica.
Come sempre, non fatevi ingannare dall’aspetto troppo antico, sfarzoso o ingombrante di un mobile: non ponetevi limiti, il segreto è tutto negli equilibri e nel creare uno spazio senza tempo nella propria casa. Uno spazio sospeso che unisca antico e moderno, in cui ritrovare la propria personalità e, perché no, anche quella dei mobili antichi e di modernariato, preziosi testimoni del passato che ci accompagnano nella nostra vita presente e futura.