25.08.2022

Consigli e tendenze

Storia della Peacock chair: dalla prigione al red carpet

Un forte impatto decorativo, una storia ricca di suggestioni e tanti, tantissimi ammiratori: questi sono solo alcuni degli ingredienti dell’ormai centenaria ricetta per la fortuna della Peacock chair, la Poltrona pavone.

Ad inizio ‘900, mobili e sedute in vimini erano all’apice. Il successo era dettato dal fatto che i luoghi della casa aperti e ariosi, come verande e portici, iniziavano ad essere molto diffusi nelle case americane come unico modo per cercare refrigerio nei caldi mesi estivi. Il vimini era il materiale ideale per l’arredamento di questi nuovi spazi, più leggero e fresco rispetto ai pesanti mobili in legno massello, pratico da maneggiare e traspirante per i periodi più caldi. 

L’arredamento in vimini si modifica con gli anni e con la moda, prendendo ispirazione anche dall’arredamento asiatico (soprattutto per la forma a clessidra delle basi) ma un modello su tutti si afferma a partire dagli anni ’10: la Poltrona pavone, più conosciuta col nome inglese di Peacock chair. Una forma a clessidra che si evolve in una figura troneggiante sullo schienale, pittoresca, elegante e maestosa, ideale anche per la nascente industria cinematografica che vede nella forma riccamente decorata e tondeggiante dello schienale una perfetta cornice per i ritratti promozionali degli attori. 

Ma qual è l’origine di questa sedia?
Per scoprirla, bisogna osservare una delle primissime fotografie della poltrona che risale al 1914. Ritrae una donna galeotta col figlio in braccio, la fotografia si intitola “Jailbird in a peacock chair” ed è stata eseguita alla prigione Bilibid, nelle Filippine. Dalle cronache dell’epoca scopriamo che non era solo una prigione, ma anche un’attrazione per turisti principalmente americani per via della produzione locale di Peacock chair, costruite proprio dai carcerati per i turisti. La popolarità della poltrona era ormai un dato di fatto, tanto che un articolo di Vogue del 1916 con consigli di shopping nel Far East suggerisce una visita alla prigione Bilibid per l’acquisto dell’ormai famosa poltrona. 

Nel mondo del design, un’interpretazione moderna della Peacock chair l’ha data Franco Albini che nel 1950 progetta per Bonacina la poltrona Margherita: composta da canne di giunco d'India con cuscino in gommapiuma, Margherita riprende la forma con base a clessidra e schienale a trono della Poltrona pavone, rendendola però più tondeggiante, accogliente e lineare. 

Ma è con gli anni ’60 che la Poltrona pavone raggiunge l’apice della sua fama, comparendo in numerosissimi shooting e copertine di album musicali: i Bee Gees, Cher, Dolly Parton, Julio Iglesias e molti altri. Nel 1967 si fa ritrarre su una Peacock chair anche Huey Newton, il leader dei Black Panther, da quel momento la poltrona diventa simbolo delle lotte per i diritti civili e dell’orgoglio degli afroamericani. Molti artisti riproposero la poltrona in questa nuova chiave di lettura, uno degli esempi più famosi è la copertina del disco Uncle Jam Wants You del gruppo Funkadelic del 1979, dove il musicista del gruppo George Clinton è ritratto su una Peacock chair in un atteggiamento che ricorda la foto di Newton; ma è il caso anche del film Black Panther uscito nel 2018, dove non è passata inosservata la somiglianza tra i trono del protagonista e la famosa fotografia del leader politico. 

La Peacock chair negli anni ha acquisito sempre più fascino fino a diventare una vera e propria icona di stile, parte di questa fama è dovuta anche alla sua versatilità che permette di inserirla in ambienti diversi per stile e ispirazione, senza creare dissonanze. Per copiare qualche idea di ispirazione vintage basta cercare i vari editoriali di cui è stata protagonista la Peacock chair nel secolo scorso: dal Boho alle versioni più High-tech, la Peacock chair ha saputo imporsi per un secolo e oltre. Scopri queste e altre sedie in bambù, giunco e rattan su intOndo.