19.03.2019

Le storie

Il valore affettivo delle cose

Qual è il valore del tempo? Qual è il valore dei ricordi?

Qual è il valore del tempo? Qual è il valore dei ricordi? Quando perdi un treno e compri il biglietto successivo, quel costo extra e non preventivato, ha dentro anche il valore del nostro tempo (e dei nostri errori, in questo caso). Gli oggetti di cui ci circondiamo, ci piacciono, li acquistiamo, li utilizziamo, li vediamo per anni e così vengono caricati dei nostri ricordi e “momenti”.  

La tradizione Giapponese ha dato un nome agli oggetti che ci hanno accompagnato nella vita, tsukumogami, letteralmente “gli spiriti delle cose”, che nascono da qualunque oggetto che abbia 100 anni.  Si dice che l’aspetto dello spirito dell’oggetto sarà buono o cattivo a seconda di come l’abbiamo trattato (e della fine che gli abbiamo fatto fare). Di questa idea fa parte l’Harikuyou, un rito dedicato agli aghi da cucito, che si svolge ogni anno l’8 Febbraio in diversi templi e santuari, dove si rende grazie al lavoro svolto dagli aghi. La tradizione vuole che le sarte giapponesi, in questo giorno dedicato alla divinità protettrice delle risaie, si riposino dai lavori quotidiani di cucito e rendano omaggio ai vecchi aghi storti e ossidati, inserendoli in torte di tofu.

Gli oggetti che viviamo in casa sono ciò che ci definisce, proprio come lo sono i vestiti che indossiamo. Raramente spendiamo soldi per “qualcosa che ci piace e basta”, abbiamo sempre bisogno di giustificarci dicendo che ci serve, e non diciamo quasi mai “voglio comprarlo perchè è bello”. Spesso le persone posticipano l’acquisto per quel punto luce, per quel quadro che va su quella parete, o per la poltrona da mettere in quell’angolo, così il più delle volte ci si ritrova ad avere quella parete o quell’angolo vuoto per anni. Non fraintendetemi, capisco che non sia una spesa vitale, ma perché preferiamo comprare un capo d’abbigliamento in più, piuttosto che quella poltrona che ci aspetta da sempre?

Siamo troppo legati alla mania dell’apparire e spesso ci dimentichiamo di fare piccoli gesti solo per noi stessi, in un atto estroso che potrebbe all’apparenza sembrare quasi egoistico. Eppure la casa diventa nostra solo arredandola e sistemandola secondo il nostro gusto, di angolo in angolo, di mese in mese. E qualora siate d’accordo, perchè investire su un oggetto prodotto in massa, che si ritrova in qualunque altra casa andiamo? Piuttosto credo valga la pena di cercare un oggetto particolare, che parli di voi e del vostro gusto, trovato in mezzo a mille altri pezzi tutti diversi ed unici, proprio come lo siete voi, e come lo è la vostra casa. E chi lo sà, magari troverete un pezzo che ha compiuto i suoi 100 anni ed ha il suo tsukumogami.