Forse non tutti sanno che alcuni grandi progettisti del '900, noti perlopiù per opere architettoniche e di arredamento, hanno applicato il proprio estro alla realizzazione delle più belle macchine per il caffè caffè del mondo. Quali portenti si nascondono dietro a una macchina per caffè, dalle sue origini fino al nostro tempo? E com’è nato il caffè espresso? Per scoprirlo, insieme a tante storie e curiosità sul tema, si va al MUMAC di Binasco; situato alle porte di Milano in direzione Genova, il museo — con ingresso libero — è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso.
È qui che è custodita la D.P. 47 progettata da Gio Ponti nel 1947, quella che sarebbe diventata una delle macchine per caffè più rare e ricercate dal collezionismo mondiale. Le sue linee bombate la rendono ancora attualissima. Tra i modelli più famosi esposti, cattura lo sguardo con la sua superficie modulare sfaccettata la Diamante (1956), firmata da Enzo Mari e Bruno Munari, mentre la Z8 progettata da Marco Zanuso per la Rancilio nel 1971 esibisce colori pop, e spicca, nella sua versione rosa, la Compact di Ettore Sottsass: nel progettarla, il fondatore del Gruppo Memphis si ispirò al Partenone di Atene. Questi sono solo alcuni dei dei 200 esemplari di macchine per caffè da collezione presenti nel museo, che racchiude tra le sue mura un intero comparto produttivo del Made in Italy, raggruppando il meglio di questo settore realizzato in oltre 100 anni di storia.
Fondato nel 2012 dal Gruppo Cimbali, azienda tra i principali produttori al mondo di macchine professionali per caffè espresso, il MUMAC festeggia il suo decimo compleanno insieme ai 110 anni del Gruppo, oggi guidato dalla quarta generazione della famiglia Cimbali. In occasione della duplice celebrazione, MUMAC ha messo in atto un restyling dei propri spazi e allestimenti rispondendo ai più alti requisiti museali nel campo della responsabilità (meno sprechi attraverso riciclo e upcycling di materiali), inclusività (un percorso espositivo che garantisce ai portatori di disabilità una visita agevole e completa) e interazione (nuova infografica, colori e materiali per gli allestimenti). Affidato alla designer e vicepresidente di ADI Antonella Andriani, il progetto mira a offrire al pubblico di intenditori, scolaresche, appassionati e curiosi una visita sempre più immersiva e coinvolgente.
Sala dopo sala, si sttraversa oltre un secolo di storia scoprendo quanto il rituale del caffè sia un grande orgoglio italiano fin dai primi del '900, quando le macchine da caffè erano verticali e funzionavano a vapore. Dal periodo del Liberty e dell’Art Nouveau, passando per il razionalismo degli anni '30 — epoche in cui il caffè era ancora un bene elitario —, si approda a un accogliente spazio che mette in scena il tipico bar anni '50, con arredi in formica e un'immancabile biliardino. Il boom economico del Dopoguerra portava con sé un’esplosione di creatività: erano gli anni d'oro del design, e non evolveva solo il look delle macchine per caffè, ma anche la tecnologia che le supportava.
Nasceva per esempio la Classica prodotta da Faema, che consentiva di utilizzare meno macinato per una tazzina estraendo tutti gli aromi del caffè grazie alla pressione dell'acqua; e sempre di più le firme illustri del design iniziavano ad avvicinarsi a questo settore, da Gio Ponti ad Achille e Pier Giacomo Castiglioni, che con la macchina per caffè Pitagora si sarebbero aggiudicati il Compasso d'Oro nel 1962. Il caffè diventava un bene comune, un elemento sociale da condividere al bar e distribuito a tutti, in modo veloce e assolutamente informale.
Immergendosi nell'area del museo dedicata agli anni '80, con la loro spensieratezza giocosa e colorata, unita alla sperimentazione — è in questi anni che l'elettronica viene introdotta nelle macchine per caffé — si raggiunge lo spazio dedicato al tempo presente, da cui emerge non solo quanto oggi la diffusione del consumo del caffè superi i conifni dei bar estendendosi ad areoporti e showroom di grandi griffe di tutto il mondo, ma quanto sia al passo con l'innovazione tecnologica: si scopre ad esempio che il Naso Elettronico realizzato da Cimbali, è un elaborato software capace di identificare e analizzare le miscele di caffè; un progetto che si è aggiudicato il Premio Innovazione SMAU 2021.