Architetti e designers con i loro progetti toccano le nostre vite attraverso oggetti d’uso quotidiano, edifici e monumenti. Data la stagione ci siamo chiesti come i loro interventi hanno influenzato i luoghi di montagna e le destinazioni sciistiche negli anni. Tra le sfide più ardite di questi progettisti c’è la costruzione di chalet e impianti sciistici generalmente collocati su territori poco ospitali e battuti da fattori atmosferici estremi.
La sempre più prioritaria necessità di integrare perfettamente le strutture architettoniche e le risorse energetiche necessarie al loro funzionamento con l'ambiente circostante richiedono un alto livello di creatività e competenza tecnica e non poca passione. Vediamo attraverso una serie di progetti alpini e internazionali come queste due componenti si sono evolute nel corso del Novecento.
Sono molte le firme che hanno segnato l'architettura delle nostre montagne; partiamo alle donne designer. Appassionata di passeggiate e sport di montagna, Charlotte Perriand (1903-1999) dichiarava che tra le sue cose di maggior valore c’erano i suoi sci. Tra i più noti progetti sviluppati dalla designer francese c’è Les Arcs (in foto), una serie di villaggi vacanza situati a differenti altezze non lontano dalla iitadina di Méribel in Francia. A più di 50 anni dalla sua costruzione questa struttura è ancora considerata come un esempio di integrazione architettonica in un territorio di montagna. L’idea della Perriand era quella di esporre più persone possibile alla frequentazione di piste e sentieri, per questo il progetto del resort Les Arc, che iniziò tra il 1968 e 1969 e terminò 20 anni dopo, includeva piccoli appartamenti decorati in maniera semplice e funzionale con materiali provenienti dalle montagne stesse, come sedie in legno di pino e cuoio come l'omonima Les Arcs chair e armadi integrati alle pareti.
In tempi più recenti Zaha Hadid (1950-2016), architetto iracheno-britannico nota per i suoi progetti unici, fluidi e organici, ha completato il sesto e ultimo capitolo di una serie di musei dedicati all'alpinismo dal famoso scalatore Reinhold Messner. Completato nel 2015 il Messner Mountain Museum Corones è arroccato con la sua sagoma futuristica tra il cielo e le rocce in cima al Plan de Corones, nella provincia italiana di Brunico in Alto Adige. Zaha Hadid Architects ha progettato un'esperienza di visita molto particolare, in cui i visitatori scendono nell'interno buio della montagna per poi uscire su una terrazza di sei metri sospesa sulla valle, che offre una vista spettacolare sulle Dolomiti. Scendendo all’interno di una struttura in cemento sagomato intorno a grandi finestre specchiate, si può ammirare lo sviluppo dell'alpinismo negli ultimi 250 anni in termini di attrezzature, nonché storie ed eventi legati all'alpinismo nella regione dell'Alto Adige.
Sempre sull’arco Alpino si possono scovare vari edifici e impianti che portano la firma di Carlo Mollino (1905-1973), architetto, designer e fotografo italiano attivo a metà del XX secolo. Noto soprattutto per i suoi progetti unici ed eclettici che fondono elementi di Art Déco, Futurismo e avanguardia, Mollino era, tra le altre cose, un grande appassionato di sport di montagna. Dalla Casa del Sole a Cervinia del 1948, al Rifugio Mollino nella Val di Susa in Piemonte e l'incredibile Casa Capriata of 1947, i suoi progetti di montagna sono oggi considerati capolavori di modernismo. Come la Perriand anche Mollino progettò complementi d’arredo per questi progetti volti al lancio di turismo sciistico democratico e sostenibile. Molti di questi pezzi ricavati da legni locali come il pino e il castagno, raggiungono oggi cifre a tre zeri nelle aste di design.
Infine vale la pena di ricordare i progetti di Montagna di Norman Foster, classe 1935, come la Chesa Futura a St Moritz, un edificio dei primi anni 2000 che riproduce su tre piani la forma di una lunga bolla di sapone ricoperta di piastrelle di legno che ne esaltano il carattere organico. Le ampie terrazze creano ambienti esterni protetti con viste mozzafiato sulle Alpi innevate, introducendo al contempo una ricca qualità di luce naturale. Un progetto innovativo che nella sua originalità lascia trasparire il legame con la tradizione architettonica precedente.
Si potrebbero nominare molti altri progetti di montagna, non ultima la ristrutturazione sempre ad opera di Foster del Kulm Eispavillon a St Moritz, progetto del 1905 dove si sono disputate le Olimpiadi invernali del 1928 e del 1948, ma un articolo non basterebbe ad elencarli tutti. Quel che si intuisce da questa breve analisi è che gli architetti, i designer e progettisti di strutture di montagna di successo hanno riversato su queste architetture qualcosa in più del proprio sapere tecnico: in ognuno dei progetti citati si intravede infatti la passione di questi professionisti per la montagna, lo sport, lo sci e lo straordinario e impervio territorio dove sorgono.