Era il gennaio del 2016 quanto a Seul il campione mondiale diel gioco da tavolo Go, Lee Sedol, veniva sconfitto in diretta dal sistema d’intelligenza artificiale sviluppato dalla squadra di Google Deepmind, AlphaGo. Molti riconoscono in quell'evento la rivelazione dell’immenso potenziale sviluppato dai sistemi Deep Learning, la tecnologia che si applica all'artificial intelligence.
A meno di 10 anni da quel giorno sono stati fatti passi da gigante: molte aziende hanno iniziato a impegnare i modelli di AI per svolgere le loro attività e questa tecnologia ha pervaso moltissimi settori diventando a tutti gli effetti il sistema più efficace per migliorare e rendere più efficiente il nostro mondo. Si parla sempre più di questa evoluzione tecnologica, dei progressi e dei rischi che essa comporta, e oggi addirittura c’è chi manifesta grande preoccupazione sulla poca regolamentazione e la velocità senza precedenti di questo sviluppo.
Ma cosa si intende per Deep Learning? Si tratta di fornire al computer le norme che regolano un certo settore, per esempio la norme del codice della strada, le caratterische che segnano l’evoluzione di una malattia o le regole di un gioco, come nel caso di Google a cui facevamo riferimento in apertura, e allo stesso tempo una serie mastodontica di “casi” avvenuti nel passato in quel settore. Utilizzando un algoritmo il computer inizia a partecipare alla sua attività, inizialmente con risultati scarsi o addirittura disastrosi, e poi, pian piano, inizia a capire le regole del gioco e a partecipare con successo, finanche ad elaborare delle strategie nuove e innovative che non erano mai state perseguite in precedenza.
La rivoluzione portata dai sistemi di AI non ha lasciato indifferente neanche i settori artistici, o umanistici - notiamo a come la parola acquista ancora più senso in questo contesto - che ultimamente hanno portato sulla scena pubblica testi, immagini, fotografie e altro materiale generato da software di AI. Nello stesso anno in cui AlphaGo vinceva la sua prima partita a Go un gruppo di musei olandesi vedevano nascere il primo dipinto di Rembrandt generato da AI, The next Rembrandt, un’opera che un computer aveva realizzato ex novo dopo aver analizzato tutti i dipinti conosciuti dell’artista.
Tali opere stanno ovviamente sollevando nuovi interrogativi sul modo in cui i principi della legge sul copyright, come la paternità, la violazione e il fair use, si applicheranno ai contenuti creati o utilizzati dall'AI. Il tema è abbastanza complesso perché, come abbiamo visto sopra, questi programmi seguono i processi di Deep Learning e sono addestrati a generare tali output esponendoli in parte a grandi quantità di opere esistenti, come scritti, foto, musica, dipinti e altre opere d'arte. Come ci si regola allora riguardo alle fonti? E come si gestisce il diritto d'autore di un'opera creata da una macchina?
È un po’ all'opposto del caso degli NFT in cui l’artista è perennemente vincolato alla sua opera attraverso le blockchain. La partita per le opere generate da AI è tutta da giocarsi sui tavoli degli addetti alla gestione del copyright, come il U.S. Copyright Office che recentemente si è pronunciato riguardo al fumetto Zarya of the Dawn di Kristina Kashtanova: “ Tanto quanto il testo, la selezione, il coordinamento e la curatela del libro sono opera dell’autrice, le immagini che illustrano del fumetto non sono coperte dal diritto d'autore in quanto generate dalla tecnologia Midjourney che non è opera umana.” E prosegue: “Anche se una persona umana fornisce le immagini che Midjourney processa, essa non forma l’immagine che si genera e non è da considerarsi il “master mind” che crea quell’opera.”
Insomma molto probabilmente con l’evoluzione tecnologica il rapporto tra AI e copyright diventerà sempre più complesso, perché inevitabilmente gli artisti utilizzeranno di più i nuovi software e i macchinari diventeranno sempre piú capaci a creare contenuti creativi. In molti si augurano che in futuro il confine tra cosa è creato dall’uomo e cosa dal computer non sparisca mai e soprattutto che l'intelligence prevalga sempre sull'artificial.