Uno dei poteri del cinema è quello di raccontare storie non solo attraverso parole e immagini, ma anche attraverso gli ambienti che fanno da cornice a queste storie. Due registi che usano con grande maestria gli interni come elemento narrativo cruciale, sono Woody Allen e Pedro Almodóvar. A ispirarci sono i loro stili distintivi, così diversi tra loro, e il modo in cui utilizzano l’arredo, sovente ricco di elementi vintage, per delineare l’interiorità dei loro personaggi.
I set più iconici creati dai due maestri vanno ben oltre il ruolo di semplice sfondo: catturano lo sguardo dello spettatore, diventando per qualche istante protagonisti della scena. Tale è per Woody Allen la fascinazione per questa dinamica, che uno dei suoi primi film è intitolato proprio Interiors (1978). Pellicola che esplora le dinamiche familiari attraverso il design degli interni, ne ricordiamo in particolare la sala da pranzo, una sinfonia di colori neutrali, pochi arredi solidi, austeri e ricercati: una purezza severa, che rispecchia la freddezza e la distanza emotiva della protagonista. Volendo contrapporre questa stanza a un tipico ambiente ideato da Pedro Almodóvar, come per esempio il salotto dello scrittore Marco, protagonista di Parla on Lei (1999), ci si immerge invece in un repertorio di mobili audaci, talvolta eccentrici, ma soprattutto in un mondo di colori vivaci e vibranti, da sempre la cifra distintiva del cineasta spagnolo, che del colore ha fatto uno dei suoi mezzi espressivi più potenti.
Le scelte degli interni riflettono altre sfaccettature dei rispettivi stili: mentre Allen, noto per la capacità di trasporre sul grande schermo le proprie ansie e ossessioni, ha ambientato tantissime storie a New York, dove i temi della vita sono trattati con arguzia e intellettuale distacco, la forte passione e l'umorismo dei personaggi sono alla base delle trame drammatiche e complesse di Almodóvar, ambientate perlopiù in Spagna.
Potremmo elencare innumerevoli capolavori dei due maestri in cui l'intenzione di stabilire un rapporto tra gli attori e gli interni è imprescindibile: da Midnight in Paris, dove Allen ci regala un'incursione nel passato attraverso l'esperienza di un giovane scrittore — la casa della scrittrice Gertrude Stein, ricreata tramite un tripudio di elementi vintage parigini, tra mobili antichi, abat-jour e applique che diffondono una morbida luce, opere d’arte iconiche, legno scuro e un grande camino in marmo, che immerge lo spettatore nell'intrigante Parigi degli anni ‘20 — fino a un grande classico come Annie Hall, in cui Woody ci conduce nelle vite di Alvy Singer e Annie Hall. Nella fotografia è immortalata la scena degli studi degli psicanalisti frequentati dai protagonisti: l'ufficio del terapista di Alvy, con la sua tavolozza di colori marroni e pannelli in legno, offre un design molto tradizionale, che vorrebbe rispecchiare la natura “antiquata” del personaggio. Curiosamente, anche la configurazione medico-paziente è convenzionale, con Alvy sdraiato su un divanetto e il suo psicanalista dietro di lui. Lo studio del terapista di Annie invece, esibisce un design moderno e minimalista. Le pareti bianche sono completate da un dipinto contemporaneo. Annie è seduta su una poltrona moderna in stile lounge, e nella scena non vediamo il suo psicanalista.
È evidente quanto per entrambi i registi una casa rappresenti un pò l'interno dell'anima, l’essenza stessa del personaggio. In uno dei film più recenti di Almodóvar, Dolor Y Gloria (2019), è come se l’età matura del protagonista, un regista che si ritrova ad analizzare il suo passato, gli amori perduti e le decisoni artistiche cruciali della sua vita, si rispecchiasse in una casa che sembra un catalogo dei pezzi vintage più ricercati del momento: quasi a sottolineare un controllo, una consapevolezza e una maturità del protagonista, che si riflettono nello stile con cui egli ha arredato i propri spazi: tra gli “attori” principali un cabinet di Fornasetti, i totem di Sottsass, la Sedia 637 di Rietveld, la lampada Pipistrello di Gae Aulenti, la poltroncina Fjord di Patricia Urquiola, le serigrafie di Enzo Mari.
Altro ingrediente fondamentale è la scelta della colonna sonora, un elemento davvero distintivo in entrambi i registi. Se Allen è un amante del jazz, delle melodie sofisticate e della musica lirica, Almodóvar integra nei suoi film la musica latina e popolare, che rafforza l'energia trasmessa dai suoi protagonisti e gli eventi, sovente traumatici, che essi si trovano ad affrontare. Due maestri, due toni di voce, due stili diversissimi tra loro, ma accomunati dalla volontà di scavare nell'animo umano con le sue molteplici sfaccettature. Anche attraverso l’arredo, che diventa un importante elemento narrativo.