Vi ricordate la piccola tavola di Cimabue rinvenuta quasi per caso nella cucina di una signora novantenne a Compiègne vicino a Parigi? La storia sembra uscita da un film, ma è accaduta davvero e fu la piccola casa d’asta francese Actéon che fece l'incredibile scoperta quando la signora chiamò gli esperti a valutare la tavoletta con il Cristo deriso, valutando tra i 4 e i 6 milioni di euro. Il dipinto, una rarissima opera di Cimabue data per dispersa, fu aggiudicato il 27 ottobre 2019 per 24 milioni di euro.
Queste storie rimangono leggendarie e non fanno che invitarci a guardare con occhi ancora più attenti e incuriositi le opere del passato che ci incuriosiscono: non solo gli oggetti ereditati dalla famiglia, ma anche quelli esposti in fiere, gallerie di antiquariato e mercatini. Ma come riconoscere un’opera antica, da una moderna e come un originale da un falso?
La parola finale, come nel caso di Cimabue, spetta sempre agli esperti, ma con qualche accorgimento preventivo possiamo almeno capire se l’oggetto è valido, e se può passare il primo test prima di essere presentato ai professionisti del settore.
1. Documentarsi
Se si tratta di antichità, il minimo che possiamo fare è domandarci quale è lo stile dell’oggetto, chiedere quale è il periodo di produzione e conoscere quanti più dettagli sulla provenienza. In caso di oggetti di design vintage sarà più facile risalire alla fonte originaria del pezzo e magari trovare cataloghi e archivi dove rintracciarlo e riconoscerlo.
2. La parola al Venditore
I primi “esperti” da sentire sono ovviamente i venditori. La loro conoscenza del pezzo può essere di prima mano: nei casi più fortunati hanno comprato l’oggetto dal primo proprietario, o ne conoscono la storia fin dalla prima vendita. O, in caso di oggetti antichi, la loro può essere una conoscenza acquisita attraverso lo studio e la comparazione con opere simili. Prima di esporsi all’acquisto di un pezzo un rivenditore professionale raccoglie una documentazione sull'opera da condividere con i futuri clienti.
3. Confrontarsi
Si dice che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Prima di procedere è sempre bene avere un termine di paragone, e possibilmente un’opera simile e della qualità più alta. A questo scopo ci vengono in aiuto i database di musei, degli archivi storici e di quelli pubblici che oramai si possono visitare anche digitalmente. Il paragone è particolarmente rilevante per quanto riguarda firme, etichette, stampi, punzoni, ecc. che potrebbero attestare l’originalità o meno di un pezzo.
4. Patina
Un mobile nuovo, o un oggetto di recente produzione non potrà mai avere la stessa “cera” di pezzo originale. Per patina s’intende quello stato visibile della superficie che è una testimonianza visiva del potere di trasformazione del tempo. Essa racchiude la graduale trasformazione e l'invecchiamento delle superfici, offrendoci una testimonianza di come il tempo agisce sull’opera e la trasforma, spesso elevandola esteticamente.
5. Valutazione
Chiedere una valutazione ad un esperto è infine il metodo più appropriato per identificare un’opera, confermare la cronologia e se non fosse certo, trovarne l’autore. Oltre ad fornivi un valore di mercato, le valutazioni professionali possone essere un eccellente strumento per indagare la storia di un pezzo storico e, chissà, scoprire un vero e proprio capolavoro che si dava per disperso...