19.09.2024

Le storie

Jeans, una storia secolare

I blu jeans sono uno degli indumenti più popolari e versatili al mondo, amati per diverse qualità che li rendono un capo iconico. Ma quale è la loro storia?

Iniziamo il nostro racconto, come sempre, partendo dalla base: la materia prima e la sua lavorazione. Il denim è un tessuto a trama diagonale, realizzato con fili di cotone. I fili dell'ordito vengono tinti di blu e, grazie alla struttura della trama del denim, appaiono più visibili sulla superficie del tessuto. I fili della trama vengono lasciati bianchi e sono visibili sul lato posteriore. Tradizionalmente, i fili blu vengono tinti con indaco attraverso una procedura nota come "tintura a corda". In questo processo, gruppi di fili vengono immersi in vasche di tintura all'indaco e poi sollevati in aria (un passaggio chiamato "skying"). Per ottenere un blu intenso e profondo, il colore viene applicato in più strati.

Dopodiché forse non tutti sanno che anche se la tradizione vuole che il jeans sia stato inventato in America, il suo nome deriva da un cotone tipicamente italiano. Il bleu de Genes”, da qui blue jeans, era infatti il colore tipico del fustagno utilizzato dai marinai genovesi sulle imbarcazioni fin dal XVII secolo per realizzare vele e capi semplici da indossare. Tracce di questo materiale si incontrano ancora oggi nei dipinti di genere del cosiddetto Maestro della tela jeans. 

Con l’intensificarsi dei commerci via mare nel corso dell’Ottocento il tessuto sbarcò in America e nel 1853 venne scelto da un produttore di grembiuli da lavoro per la sua resistenza a stappi e macchie. La Levi Strauss & Co. di San Francisco presto si specializzò nella produzione di denim per le tute dei minatori. Il 20 maggio del 1973, con la collaborazione del sarto Jacob Davis, furono brevettati e prodotti i primi pantaloni "XX", che in seguito diventeranno noti come Levis 501, un pantalone a cui furono aggiunti rivetti di metallo alle tasche e la patta con bottoni, rendendoli così particolarmente resistenti all'uso. Questi furono con tutta probabilità i primi jeans al mondo. 

Si stima che oggi almeno il 50% della popolazione mondiale possieda un paio di blue jeans, ma al tempo questo capo era destinato soprattutto a lavoratori, prigionieri e cowboys. I modelli cambiavano a seconda dell’uso: tasche basse larghe per chi andava a cavallo e salopette alte per chi lavorava nei campi. A partire dal 1890, quando il tessuto jeans diventa sinonimo di pantalone e il brevetto di Levi's scade, qualunque produttore può liberamente realizzare calzoni simili in tutto e per tutto agli overalls brevettati: i principali sono Harry David Lee e C.C. Hudson, oggi noti rispettivamente con le marche Lee e Wrangler. Sempre nel 1890 fu aggiunto il taschino per l’orologio e le monetine.

Nel Novecento i modelli realizzati in denim hanno continuato ad evolversi sdoganando il capo jeans dalla mera sfera delle uniformi e facendolo sconfinare tra gli indumenti da tempo libero. Nel 1905 ai jeans fu aggiunta la seconda tasca posteriore. I passanti per la cintura sarebbero stati applicati solo nel 1922, mentre nel 1926 la «zip» sostituì i tradizionali bottoni (i bottoni per le bretelle vennero definitivamente aboliti solo nel 1937). Nel 1935 viene lanciato il primo jeans da donna. Nel 1937 il blue jeans appare per la prima volta sulle pagine di Vogue, entrando così nella storia della moda.

Dagli schermi televisivi alle piste di Hip-hop i blue jeans non hanno più smesso di adattarsi alla vita occidentale cambiando forma, lavorazione e colore, ma mantenendo la consueta versatilità.
Un materiale, il denim, che non smette di sorprendere e le cui qualità e tonalità si adattano benissimo anche ai tessuti per la casa aggiungendo un tocco di originalità e stile secolare ai nostri ambienti preferiti.