Come in molti campi, la tecnologia ha contribuito in maniera sostanziale alla diffusione della musica registrata. L'evoluzione del suono riprodotto è stata veloce e travolgente: dai primi miracolosi strumenti capaci di "acchiapparlo" a fine '800, passando per i primissimi dischi diffusi negli anni '10 del '900, per i compact disk, fino ai dispositivi da ascolto di oggi, sempre più piccoli e maneggevoli. Ma come in ogni evoluzione ciascun passo in avanti è stato caratterizzato da diversi mezzi e supporti, ognuno con le proprie caratteristiche e qualità. Basti pensare alla musicassetta anni '90, il cui nastro si riavvolgeva con la penna Bic, rimasta simbolo di un tempo.
Partendo dai supporti possiamo vedere quale audio record l’ha fatta da padrone per più tempo. La musica “registrata” fa il suo esordio nel 1877, quando Thomas Edison, inventa il fonografo, il primo esempio di suono registrato e trasmesso attraverso cilindri metallici punterellati tramite una puntina che usava le vibrazioni della voce per funzionare: girando a velocità costante questi cilindri era possibile riprodurre il suono precedentemente registrato. Negli anni '80 dell'800 ci si impegnò però per trovare un mezzo più semplice del cilindro e pochi decenni dopo fecero la loro comparsa i primi dischi per grammofono. Nel 1948, dopo vari tentativi su scala commerciale, venne prodotto da Columbia il primo vinile registrato, che userà la stessa tecnologia del fonografo: una puntina di metallo segue i solchi del giradischi, e tramite le vibrazioni che vengono trasferite ad una membrana si riproduce il suono. Il piatto dove viene messo il vinile veniva azionato da una molla caricata meccanicamente attraverso una manovella che poi venne successivamente sostituita da un motore elettrico.
Molti puristi del suono prediligono ancora oggi giradischi e vinili, poiché il suono va da analogico (uno strumento musicale) ad analogico. Ma noi ci domandiamo quale sia la differenza tra il vinile ed altri supporti ormai obsoleti come la musicassetta, il cd-rom ed il più recente mp3. Perché i dischi di vinile sono rimasti e continuato ad essere prodotti, venduti e collezionati? In gran parte gioca il fattore nostalgia. Ascoltare musica tramite un vinile è forse il rito dei riti: sfilare il disco dalla sua copertina, inserirlo sul piatto e delicatamente appoggiare la puntina per far partire il suono. E' più o meno già musica, o almeno un grandioso prologo al piacere musicale. Un'altra parte determinante del successo dei vinili "moderni" è il fascino e la longevità di questo mezzo che, diffusosi estensivamente negli anni '70 anni, rimane per diverse decadi il supporto di musica prediletto e più costante (mentre le musicassette si smagnetizzavano ed i cd si rigavano, i vinili sono tutt'oggi il supporto più resistente che esista).
Per farvi un esempio di quanto detto sopra nel settembre del 1977 la Nasa ha deciso di inviare nello spazio a bordo della navicella Voyager 1, il famoso “Voyager Golden Record”, un disco per grammofono in rame placcato d’oro, che contiene suoni ed immagini selezionate per presentare le diverse varietà di vita e culture presenti sulla Terra. Sul retro sono allegate le istruzioni per riprodurre il suono registrato.
Infine un ulteriore fattore unico che distingue il disco di vinile è dato dalla copertina: alle volte opera d’arte, come nel caso del minimalissimo album “The Beatles”, conosciuto anche come “The White Album”, con la copertina disegnata - o non - dall’artista inglese Richard Hamilton, o alla copertina dell’album “The Velvet Underground & Nico” con l’iconica banana disegnata da Andy Warhol. I vinili dunque propongono un originalissimo connubio tra musica e immagine che si inserisce perfettamente nel contesto della casa. Spesso infatti questi album sono stati incorniciati o messi in mostra per esaltare la loro bella grafica, creata da artisti o realizzata in limited edition: strumenti di decor e di arredamento, utili, pieni di fascino e davvero senza tempo.