Descrizione dell'oggetto
Il foglio proviene dal volume a cura di Giampiero Giani, Aligi Sassu, pittore con un testo del critico Luciano Anceschi. L’edizione numerata a 150 esemplari è edita dallo Stabilimento grafico SA, senza indicazione di anno ma da datare al 1940 poiché sul mercato è passato un esemplare dedicato da Sassu a Cesare Zavattini con la data 13 marzo 1941. Nell’edizione era inserita anche una xilografia in bianco e nero raffigurante il muso di un cavallo. Giampiero Giani, gallerista, tipografo editore, saggista e critico d’arte è stato il fondatore delle Edizioni della Conchiglia, propulsore della collaborazione fra poeti ed artisti, diede alle stampe numerose edizioni illustrate di pregio. In questa stampa viene trattato un soggetto tanto caro all’artista, i cavalli. Vicino ad un lago o un fiume che si intravede sulla sinistra i corpi di due splendidi e maestosi cavalli, riversi a terra giacenti con le fauci aperte quasi in un grido di dolore. Il cielo è scuro e solcato da due uccelli, sullo sfondo due alberi spogli. I potenti giochi chiaroscurali intensificano il pathos e la sofferenza, il teschio di cavallo presente sulla sinistra si contrappone alla natura che caratterizza la scena. Forse è un paesaggio postbellico o comunque un pretesto per fornire una prova di abilità grafica, di resa delle atmosfere e di conoscenza del dato faunistico. Impressione eccellente. Ottimo stato di conservazione, consueta piega centrale verticale. Firmato in lastra in basso a destra, e a matita oltre l’immagine. Pittore e scultore italiano, figlio del politico Antonio Sassu tra i fondatori del Partito Socialista Italiano e amico del pittore Carlo Carrà. Questa amicizia spingerà il giovane Sassu a visitare con il padre le mostre di pittura dei più influenti artisti italiani. A nove anni la famiglia si trasferisce in Sardegna, questa terra rapì con i suoi colori e i suoi animali, soprattutto i cavalli, Aligi tanto da essere richiamata e ricordata in molte sue opere. Dopo tre anni, con la famiglia, torna a Milano dove entra in contatto con l’arte futurista. Dal 1925, a causa di problemi famigliari è costretto a lasciare la scuola e comincia a frequentare solo corsi serali, svolge sia un lavoro da apprendista presso un’officina litografica, sia quello di aiutante presso un decoratore murale. Nel 1928, grazie all’incontro con Filippo Tommaso Marinetti padre del Futurismo, venne invitato a partecipare alla Biennale di Venezia. Nel 1930 allestisce a Milano la sua prima personale favorevolmente recensita dall’amico Carlo Carrà. Studiò e conobbe Picasso; a Parigi si interessò e approfondì i dipinti dei pittori dell’Ottocento esposti al Louvre. Nel 1963 si trasferì in Spagna per studiare la pittura di quel paese, è così che le sue opere furono caratterizzate da colori sempre più vivaci e accesi. Realizzò diversi murales ed espose in vari paesi del mondo.
ID: 11318-1642452998-30561
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