La statuaria, assieme alla produzione di maschere, è l'altra espressione tipica della plastica africana. A differenza della maschera, è raramente esposta in pubblico e il suo uso non è strettamente legato alle rappresentazioni collettive; è per lo più impiegata in rituali privati, con l'eccezione delle grandi statue che sono di proprietà del villaggio e sono conservate in luoghi consacrati come i templi. Generalmente in legno, le sculture africane raffigurano, nella maggior parte dei casi, l'antenato idealizzato, ma possono anche sostenere il potere di uno spirito, benefico o malefico, la cui forza deve essere incanalata in una direzione positiva attraverso offerte propiziatorie. Solo in presenza di strutture politiche centralizzate la statuaria può raffigurare sovrani o importanti figure di corte. Sebbene ogni gruppo etnico rappresenti un universo estetico a sé stante, dotato di autonomie stilistiche del tutto singolari, si può affermare che la scultura africana, per essere efficace, deve possedere alcune caratteristiche formali generali: astrazione, luminosità, armonia, simmetria, ieraticità, verticalità, frontalità, staticità. Queste, lungi dal rappresentare uno sterile esercizio accademico, contribuiscono al suo valore, esaltandone il significato sociale e religioso. La statua dovrebbe essere stata realizzata nel XX secolo, interamente in teak dipinto e modellato. Per quanto riguarda il copricapo sulla testa dell'uomo raffigurato, si può ipotizzare che si tratti di un personaggio importante per la tribù, un capo o un membro religioso. Le braccia sono appoggiate sulle ginocchia come simbolo di importanza regale. La statua è un pezzo da collezione, un oggetto di studio, adatto a chi ama follemente l'arte africana.
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