A. F. Peruzzini, San Paolo Eremita, dipinto a olio su tela, '600

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Descrizione dell'oggetto

Dipinto a olio su tela di Antonio Francesco Peruzzini (Ancona, 1643 - Milano, 1724) raffigurante San Paolo Eremita e il corvo, '600. Paolo di Tebe, conosciuto anche come Paolo Eremita, è venerato come il primo eremita cristiano. Secondo la leggenda, si ritirò nel deserto egiziano all'età di vent'anni per sfuggire alla persecuzione durante il regno dell'imperatore Decio. Visse da solo per decenni, dedicandosi alla preghiera e alla mortificazione della carne. La sua storia è strettamente legata a un corvo inviato da Dio per provvedere al suo sostentamento. Ogni giorno, il corvo portava a Paolo mezzo pane, sottratto alla mensa di un monaco che viveva in un vicino monastero. Questo miracoloso dono divenne un simbolo della provvidenza divina e della capacità di Dio di sostenere coloro che lo servono fedelmente. L’episodio di San Paolo e il corvo diventa il pretesto per il Peruzzini di realizzare una complessa scena paesaggistica, fatta di fronde, arbusti, rocce e ricoli d’acqua. Non è insolito per il Peruzzini inserire nei suoi paesaggi episodi e figure religiose, come ben dimostrano opere come le Tentazioni di sant’Antonio dell’Ermitage( in collaborazione con Sebastiano Ricci), il paesaggio tempestoso con Monaco del Kunsthistoriches Museum di Vienna, i paesaggi con monaci del Stadelsches Kunstinstitut di Francoforte o il Grande Bosco delle Gallerie dell’Accademia in collaborazione con Alessandro Magnasco. Definito da Mina Gregori “il paesista più originale e di rottura che si sia affermato alla fine del Seicento “, Antonio Francesco Peruzzini è stato in tempi recenti rivalutato dall’antica qualificazione di mero subordinato del Lissandrino (Alessandro Magnasco), rispetto al quale si rivela eccellente coadiutore e originale paesaggista. Documentato entro l’Archivio della Curia Arcivescovile di Milano relativamente alla Parrocchia di Santo Stefano Maggiore nonché nell’Archivio Statale milanese, donde la doppia ipotesi dell’anno di nascita in ragione della diversa età ricordata al momento della morte, l’artista si formò probabilmente in ambito famigliare, essendo sia il padre Domenico che i fratelli Paolo e Giovanni già pittori. Perfezionatosi in seguito nella pittura di paesaggio, Peruzzini mosse una prima volta a Roma nel 1663, dove si ha traccia della spedizione verso Torino di tele eseguite per conto di Carlo Emanuele II di Savoia; di questo periodo sono le “Burrasche” donate alla Santa Casa di Loreto, le sue più antiche opere conosciute. Tra il 1682 e il 1689 l’artista è documentato nella città di Bologna, dove collaborò con Giovanni Antonio Burrini e Sebastiano Ricci su commissione del conte Annibale Ranuzzi. Alcune tele oggi conservate presso l’Isola Bella nell’ambito dell’Archivio Borromeo testimoniano la lunga permanenza dell’artista entro la città emiliana, nonché il felice rapporto con il conte Vitaliano Borromeo, affiancato da contratti estesi a Venezia, Modena, Parma, Torino e Casale Monferrato. L’artista si trattenne a Milano tra il 1690 e il 1695 al soldo di Cesare Pagani marchese, avvicinandosi quindi ad Alessandro Magnasco, con il quale avrebbe intrattenuto un prolifico rapporto di collaborazione. Nel 1703 abitò presso le residenze medicee e attese alle richieste più aggiornate dei nobili fiorentini, accontentando anche Ferdinando de’ Medici, salvo ritirarsi nuovamente a Milano con il Magnasco e lavorarvi sino alla morte.

ID: 77435-1719994475-96198

Dettagli sull'oggetto

Multicolor

Colore

Legno
Altro

Materiale

Buono

Condizione

Italiano

Origine

1

Quantità

Misure dell'oggetto

73.5 cm

Altezza

59.5 cm

Larghezza

5 cm

Profondità


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